Ungulati: licenziata la legge per il contenimento – Consiglio Regionale

◙ In commissione passa la proposta per ristabilire equilibrio, garantire economia e sicurezza

– La legge avrà una durata di tre anni e grazie ad un emendamento del Pd approvato in commissione, prevede un “tagliando” annuale per valutarne gli esiti. L’aumento degli ungulati è un fenomeno sostanzialmente inconfutabile che necessita di una normativa precisa.
La proposta della Toscana, nei limiti della legge 157/1992, e definita in accordo con l’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), consente una gestione speciale: proporzionare la presenza degli ungulati alle diverse caratteristiche del territorio regionale, per garantire sia la conservazione delle specie autoctone nelle aree ad esse riservate, sia la conservazione delle attività antropiche e dei valori ambientali tipici del paesaggio rurale regionale, nelle altre aree. Sono quindi individuate aree vocate e non vocate, si realizzano forme di gestione venatoria e di controllo e si creano percorsi di filiera per valorizzare il consumo in sicurezza delle carni di ungulati. Nel testo si prevede inoltre, entro novanta giorni dall’entrata in vigore, l’approvazione, da parte dell’Esecutivo, di uno stralcio al piano faunistico venatorio per la revisione degli attuali confini delle aree non vocate per ciascuna specie. Aree nelle quali sono comprese le zone di ripopolamento e cattura, le aree coltivate soggette a danni documentati o potenzialmente danneggiabili, terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse. Il prelievo selettivo sarà autorizzato per i soggetti individuati in legge mentre la densità venatoria ottimale sarà stabilita nei piani di gestione annuali degli Atc (ambiti territoriali di caccia) approvati dalla giunta.