Sede Cai, l’Unione chiarisce: “Immobile inutilizzato dall’ente e con mutuo. Grava su piano di rientro”

L’Unione dei Comuni della Mediavalle interviene per fare chiarezza sulla messa in vendita dell’immobile che oggi ospita, gratuitamente, varie associazioni del territorio. Remaschi: “Il piano di rientro ci impone la vendita di quell’edificio non più funzionale all’ente e gravato da mutuo”

BORGO A MOZZANO – Un immobile non più funzionale ed oltretutto gravato da un mutuo. No: l’Unione dei Comuni della Mediavalle non poteva proprio permettersi di mantenere un edificio così – ovvero non più confacente alle finalità istituzionali dell’ente – al solo scopo di ospitare (gratuitamente) quattro associazioni del territorio, quando è finalmente pervenuta un’offerta dopo ben quattro aste andate deserte.

L’immobile, infatti, era stato messo all’asta, per la prima volta, nel 2010 – così come deliberato dalla giunta dell’Unione dei Comuni della Mediavalle il 19 ottobre 2009 – con base di gara pari ad 1 milione e 260 mila euro. Non c’erano state, però, offerte. Con una delibera del 10 settembre 2015, quindi, l’immobile era stato confermato come patrimonio disponibile. La seconda asta, pari ad 1 milione ed 8 mila euro, aveva dato lo stesso esito nel 2016. La terza (importo a base di gara di 628 mila euro), a dicembre 2020, identica sorte. E deserta era andata pure la quarta – fatta nel 2022.
Così, una volta pervenuta l’offerta dopo la quarta asta, c’è stata l’autorizzazione alla vendita da parte della giunta.

“Stimiamo molto l’operato di queste associazioni – spiega il presidente dell’Unione Marco Remaschi – che ospitiamo, a titolo gratuito, nel nostro immobile. Purtroppo però, nel luglio 2022, abbiamo approvato in consiglio un disavanzo di 740 mila euro che richiede, nei confronti della Corte dei Conti, un piano di rientro. La vendita dell’edificio in via del Brennero – oggi sede della sezione lucchese del C.A.I. (Club Alpino Italiano), dell’associazione Fratres, de I Maestri del Lavoro e dell’associazione nazionale alpini – si è ritenuta necessaria per andare a ripianare, almeno in parte, proprio questa problematica”.

“Siamo molto dispiaciuti – precisa il presidente -, ne avremmo fatto volentieri a meno ma, del resto, non possiamo mettere in ulteriore difficoltà l’Unione dei Comuni della Mediavalle e dobbiamo provvedere a proporre alla Corte dei Conti un piano di rientro credibile e concreto”.

Nel comodato d’uso, d’altronde, era ben specificato che l’Unione si sarebbe riservata la facoltà di revocare la concessione e di risolvere il contratto in ogni momento per sopraggiunti motivi di pubblico interesse. “L’Unione – aggiunge Remaschi – si riservava la facoltà di revocare la concessione nel caso l’immobile fosse, come previsto dal piano delle alienazioni, venduto a terzi. E la revoca della concessione comporta il rilascio dei locali. Oltretutto, la convenzione è scaduta e nel testo c’era scritto chiaramente che, alla sua scadenza, gli immobili avrebbero dovuto essere riconsegnati così come concessi, addirittura senza preavviso alcuno”.

“Siamo comunque a disposizione – conclude il presidente dell’Unione – per ricercare, con le altre istituzioni della provincia, eventuali soluzioni alternative in considerazione dell’importanza che queste associazioni hanno anche per il nostro territorio”.