☣️ Presidi sanitari.. Il parere del sindaco di Coreglia

► Usiamo il Campo di Marte e lasciamo i piccoli ospedali zonali come presidi di sanità territoriale per i cittadini.

Leggo che Asl e Regione Toscana stanno continuando a lavorare per creare un reparto Covid nei nostri piccoli ospedali, in particolare in quello di Barga, utilizzando i posti di Medicina generale. Questa è anche la linea uscita dall’ultima conferenza sulla sanità. Io continuo a dire NO. E continuo a ripetere che la soluzione c’è e si chiama Campo di Marte.
Prima di convertire i nostri ospedali zonali, che rappresentano un punto di riferimento per la sanità territoriale delle nostre comunità, prima di destinare il personale medico attualmente presente ai pazienti Covid, quando già i reparti tradizionali sono in sofferenza di personale medico e sanitario, la strada da percorrere è quella di concentrare il massimo delle risorse nell’ex ospedale di Lucca. Spazi grandi, ingressi indipendenti, sale già predisposte per accogliere i pazienti Covid che non necessitano più di assistenza h24 e della terapia intensiva.
Vedo che il presidente Eugenio Giani e la Giunta regionale hanno fatto dei sopralluoghi al Campo di Marte per prevedere di creare lì nuovi posti letto, come anche io avevo suggerito e fortemente richiesto la scorsa settimana.
È esattamente questa la cosa da fare: qualcuno mi dirà che vanno bene i posti letto, ma poi ci vuole il personale per assistere i pazienti. Vero. Allora vorrà dire che la Regione Toscana dovrà mettere in campo uno sforzo straordinario – di risorse economiche, organizzazione e volontà -, come già sta impiegando su Prato, dove ha creato un nuovo presidio ospedaliero per l’emergenza Covid da 500 posti.
Non possiamo gestire l’emergenza con gli stessi strumenti di sempre: ci vogliono più risorse, ci vuole la volontà chiara di assumere personale sanitario dedicato all’emergenza Covid e ci vuole anche l’unità necessaria per capire che i presidi ospedalieri zonali, quelli a servizio dei cittadini che vivono nelle aree maggiormente periferiche, non possono essere sacrificati, perché poi ci troveremo nella grave situazione di non poter più garantire le cure per tutti i malati, anche quelli non-Covid.
Dobbiamo permettere agli attuali medici e infermieri di alleggerire il carico di lavoro, che è incessante nei pronti soccorsi, nei reparti e anche nei dipartimenti d’igiene e prevenzione, dove il sistema dei tamponi e del tracciamento, nella provincia di Lucca, è indietro di una settimana a causa proprio della carenza di personale. C’è necessità urgente di reintegrare sul nostro territorio il personale che processa i tamponi, al fine di ridurre le attese, distribuire l’impegno e consentire ai cittadini di non restare per giorni e giorni in balia degli eventi.
Non possiamo permetterci di perdere tempo. Questa sfida si vince se siamo uniti e se insieme affrontiamo il dramma che stiamo vivendo, senza creare diverse velocità anche all’interno della nostra stessa regione.
I cittadini toscani sono tutti uguali e tutti hanno diritto di avere risposte certe, tempi certi e assistenza sanitaria in caso di bisogno.
La sanità pubblica è il nostro patrimonio comune, non dimentichiamolo mai.